L'assedio di Milano

Francesco Mori
€ 15000,00

Tecnica mista su tavola


  • FORMATO: Larghezza 200, Altezza 150
  • ARTICOLO DISPONIBILE


Sant’Ambrogio, attorno alla cui figura campeggia la Milano antica del Duomo e del Castello Sforzesco, si erge possente sulla città moderna. Attorno all’aureola, le iscrizioni relative alla progettazione del battistero ottagonale che realizzò il santo. A sinistra del santo leggiamo "In principio erat verbum" e "en arké en o lògos", ovvero "In pricipio era il verbo" scritto sia in latino che in caratteri greci. Queste iscrizioni stanno a testimoniare l'ammirazione dell'artista per la luminiosità del mondo classico, che giunge a noi attraverso la potente mediazione della cristianità. Mori rappresenta il logos in eterna lotta con il caos: in effetti simbolicamente a sinistra nel dipinto, in basso, in contrapposizione all'alto a destra del logos, vediamo l'iscrizione In principio era il caos, dove Mori utilizza alcuni simboli dell'iconografia contemporanea, come la A dell'anarchia, i caratteri della coca cola e la S di superman, rappresentati in modo rovesciato, quasi come se i simboli contemporanei alludessero ad una perversione del mondo. In effetti chiara è la polemica dell'artista con certe manifestazioni dell'arte contemporanea dada e informale: vediamo un cenno di critica a Burri con della iuta incollata sull'opera. Nei grattacieli sulla cui sommità Sant'Ambrogio impartisce la sua benedizione, troviamo cenni ovviamente polemici a Kandinsky, Klee, Mondrian.

Francesco Mori

"Francesco Mori, un giovane di cui avevo visto qualche anno fa la replica della vetrata di Duccio di Buoninsegna, eseguita in maniera mirabile per il Duomo di Siena, quando fu stabilito di collocare l’originale restaurato nel Museo dell’Opera del Duomo. Con la stessa perizia Francesco Mori ha disegnato e realizzato le vetrate, in parte distrutte, della Cattedrale di Noto.
Il paradosso del nostro tempo, sempre più evidente, è la convivenza di tradizione e innovazione di ricerche pazienti e sperimentali: una convivenza e insieme un dialogo impossibile.
Così, sembrerebbe ingiustificato e discriminatorio non registrare l’impegno, con esiti sempre sorprendenti, anche in ambito religioso, di Mario Donizetti, in prove più rigorose e severe di molte, in opera, di Pietro Annigoni e della sua scuola (Luciano Guarnieri, Marcello Tommasi, Romano Stefanelli, Fernando Berardini, Silvestro Pistolesi), spesso illustrativi, e per questo osservati con sospetto. Ma da quella scuola, esce anche il “miracoloso” Francesco Mori, capace di sfuggire all’illustrativismo smieloso del maestro".

(da “L’ombra del divino nell’arte contemporanea”, Vittorio Sgarbi, Edizioni Cantagalli 2011)

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