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L’opera di Piero Colombani è “Lux in umbra et pulvere”, una lanterna che illumina di una
luce soffusa le caverne del cuore dell’uomo, dove dimorano mostri apotropaici: figure
demoniache e tentatrici che la luce accecante e falsata del “neon” della contemporaneità,
cancella completamente, illudendo l’umanità che la tecnocrazia digitale e la scienza
positivistica possano depurare l’essere umano.
Dice Vittorio Sgarbi: “Colombani s’impegna a rivelare al suo uditorio, come un antico monaco che
predica dall’alto di uno spuntone di roccia, quanto intrigo possa ancora suscitare il mondo quando
sottratto alla luce più positivista del progresso per essere reimmesso nella penombra dell’incerto,
del misterioso, del magico che una volta la faceva da padrona, riflesso di un inconscio individuale
e collettivo con cui poco la ragion pura poteva fare”